ti voglio bene

La prima volta che ho detto ti voglio bene a mio fratello è stata circa quindici anni fa.

Mi ha chiamata per dirmi che un nostro caro amico aveva perso la sorella, a causa di un tumore, una giovane donna.

Eravamo entrambi sconvolti.

Oltre al dolore per il nostro amico e la sua famiglia, la mazzata è stata che quel rapporto fratello maggiore con sorella minore era forte e stretto come il nostro e, in fondo alla nostra mente, è balenato il pensiero: potrebbe accadere anche a noi.

“Ti voglio bene”

“Anche io”

Sussurati al telefono tra le lacrime.

Poi sono andata in camera ardente a trovare il mio amico.

Mio fratello è affettuoso a modo suo; non è il tipo che quando ti incontra ti abbraccia e ti bacia e ti fa le moine; è un po’ una caratteristica di famiglia. Siamo crudi. Siamo concreti. Non perdiamo tempo in smancerie.

Sono passati anni e durante i festeggiamenti per il suo compleanno, sorseggiando un Bourbon speciale, mio fratello ha detto che doveva fare dei controlli; un mese dopo è stato operato; un altro mese e gli hanno dato una scadenza paragonabile a quella di una mozzarella.

Gli ho detto che gli voglio bene cento volte; gli ho ricordato le mille volte che lui mi ha dimostrato di volermene, senza neppure dirlo a bassa voce.

Non credo a quello che sto vivendo. Penso di essere finita dentro a un brutto incubo. Poi lo guardo, vedo le sue guance scavate, la pelle di un colore malsano e mi chiedo perché non mi sveglio. Quando finisce quest’incubo? chi è il capo qua, che gli voglio parlare perché così non va bene, cazzo!

Abbiamo concerti a cui andare a perdere la voce cantando e tracannando birra.

Abbiamo nuovi vini e nuove annate da assaggiare, carne al sangue da mangiare.

Abbiamo nuovi voli da prendere, nuovi teatri da conoscere, nuove persone da incontrare, vecchie amicizie con cui alzare i calici.

Abbiamo t-shirt stupide da indossare, hamburger da mangiare accompagnati dallo Champagne.

Dobbiamo tornare a Cadice, là in fondo in Spagna, a ricercare la bettola dove hai mangiato l’hamburger più buono del mondo.

Abbiamo SMS da mandarci quando scendiamo dall’aereo in un paese straniero, uno all’altra, per dirci “avvisa i matusa tutto ok” (traduzione sarebbe: dì a mamma e papà che sono arrivato/a ed è tutto a posto).

Dobbiamo tornare allo stadio, un qualunque stadio, a vedere l’Italia del rugby.

Ti devo cucinare il risotto e il brasato; e la paella, per te senza pesce.

E se fanno un altro musical della madonna come The Greatest Showman, tu rischi di perdertelo? non è possibile, ora che piacciono anche a te!

Come faccio senza tutto questo?

11 commenti Aggiungi il tuo

  1. @Oenopides ha detto:

    Ancora me lo domando … sai? ci si fa l’abitudine ad incubi così perché alla fine non passano neanche dopo… quando purtroppo tutto è finito . mi sono ritrovata in un mese e mezzo circa dalla mattina alla sera a vedere mio padre e i suoi gli occhi celesti spirare … quando in realtà quello stesso giorno che sarà domani per me doveva uscire dall’ospedale. Leucemia fulminante… dicono che chi ha fratelli e sorelle condivide il dolore io sono figlia unica … il dolore nel tempo si sopporta ma l’assenza quella…quella é più dura. Chiedi solo accompagnarlo finché puoi e poi lasciarlo andare via sereno… altro non so dirti…💚

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  2. @Oenopides ha detto:

    Vedo la caratteristica della tua famiglia molto simile alla mia, genitore vecchio stampo i miei che non hanno mai avuto la capacità di esternare un gesto d’affetto … rigorosi esagerati. ma ti voglio dire una cosa che spero ti dia conforto… ignara del fatto che da lì a qualche giorno sarebbe accaduto l’inevitabile per mio padre una mattina mi ha sorriso mi ha abbracciata e mi ha dato dei baci sul viso (e guarda che io ho 57 anni e non ho memoria di un gesto simile da parte di mio padre nel passato, nemmeno da bambina). Dopo questo slancio che mi ha sbandata,si è girato verso mia madre e le ha detto “moglie… dovremmo dire più spesso a nostra figlia che le vogliamo bene… dovremmo più spesso darle qualche bacio perché non lo facciamo mai… “
    Volevo solo farti capire, e lo sai benissimo che a volte non c’è bisogno di dire quelle parole perché basta guardarsi negli occhi per capire che si dicono lo stesso e le riceviamo comunque, e lo sappiamo e … io vivo di quel gesto perché é ciò che di fisico mi è rimasto di mio padre… quindi fa tutto ciò che sentì di fare per tuo fratello senza remora alcuna … 🙂

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    1. Kriss ha detto:

      mio fratello se n’è andato ieri.
      forse siamo davvero legate da uno strano destino

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  3. Martina ha detto:

    Mi permetto di entrare in punta di piedi. Ho perso anni fa papà a cui ero molto legata e non ho fatto nemmeno in tempo a capire dopo dieci anni e quattro anni fa ho perso anche mamma. La mia migliore amica, sorella, tutto. Il mio faro.
    Capisco le guance scavate, la bombola dell’ossigeno, la morfina e i ti voglio bene. Le mani nelle mani e il dolore di vederli come uccellini.
    Ti sono vicina.

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  4. Casalinga Sempre Felice ha detto:

    Non ci sono parole che riesco a trovare per supportarti, riesco solo a dirti che comprendo il tuo dolore, il tuo rammarico anni addietro ci sono passata anch’io con mia cugina che eravamo proprio come due sorelle. Il tempo aiuta a lenire il dolore ma purtroppo come dice Cate, non assopisce la mancanza… Nonnsaprei cos’altro aggiungere, posso solo dirti che sono con te.

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  5. Impossibile esprimere il cordoglio per questa tua enorme perdita, lascio quindi parola a Seneca nella sua Consolatio ad Marciam, “Aeternarum rerum per libera et vasta spatia dimissi sunt”.
    >>Sono stati lasciati per i liberi e vasti spazi delle cose eterne; mari interposti non li dividono né altezza di monti o valli impervie o tratti di insidiose Sirti: lì tutto è piano e loro si muovono facilmente e senza impedimenti e vicendevolmente praticabili e mescolati alle stelle.

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