Separarsi dopo oltre 18 anni di matrimonio con due figli nel pieno dell’adolescenza non è una scelta semplice; ammetto che la tentazione di scegliere la strada più facile mi ha sfiorato e, anzi, per un certo periodo, ho consapevolmente scelto di stare in un matrimonio infelice perché l’alternativa mi faceva paura.
Poi devi fare ciò che devi fare per essere, non dico felice, ma te stessa e così ho prepotentemente voluto la separazione a costo di scoprire il lato meschino del mio quasi-ex coniuge (“conosci veramente una persona quando decidi di lasciarla“, è una battuta di un film, non ricordo quale film, ma mi è rimasta impressa); e da quel momento ho iniziato a fare i conti con i dubbi su me stessa.
Sarò in grado di crescere adeguatamente due figli? sarò capace di fare capire loro che un rapporto tra due persone che decidono di vivere insieme, sposate o meno, non deve essere come quello che hanno visto tra i loro genitori? sarò in grado di gestire ogni cosa, di saltarci fuori senza impazzire?
Dopo sei mesi dalla separazione i dubbi hanno cominciato a valicare la soglia di casa. Avrò di nuovo qualcuno al mio fianco? premesso che alla mia età non è più possibile accontentarsi, riuscirò più a trovare qualcuno con cui trascorrere qualche piacevole serata? non dico il resto della mia vita (quell’idea lì è naufragata con il matrimonio!) bensì qualche sabato sera e qualche vacanza o weekend.
Trascorro il mio tempo libero leggendo libri mentre sorseggio ottimo vino; prendendomi cura della mia casa ristrutturando spazi; facendo shopping online; ogni tanto qualche aperitivo o pranzo con gli amici. E poi condividendo con le amiche che sono o sono state nella mia stessa situazione i pensieri e i dubbi che affiorano quotidianamente nella mia testa.
La parola magica è quotidianamente.
Ricostruire me stessa un giorno per volta. Ogni giorno un pezzetto in più. A costo di urlare qualche vaffa in più e piacere a qualche amico in meno.
Per essere ciò che io voglio essere. E non ciò che gli altri si aspettano che io sia.