Caro Danny,
nel giorno in cui avremmo festeggiato il tuo compleanno, ho portato mamma e papà fuori a pranzo nel ristorante dei nostri momenti top e ti prometto che ce li porterò fintanto che vorranno.
Sono venuti anche i ragazzi, i tuoi nipotini, che oramai sono due ragazzi adulti, e uno ha pure bigiato la scuola per non mancare; io invece ho preso un giorno di ferie e prenderò ferie ogni 24 maggio della mia vita.
Come è andata? qualcuno ha pensato di offrirmi una boccia di Barbaresco, come facevi sempre tu, e come solito abbiamo mangiato in modo splendido: formaggio fuso, tartufo, tartare, tortellini, gnocco fritto, verdure grigliate e, soprattutto, fiorentina sopraffina.
Credo sia giusto festeggiare il tuo giorno, anche se tu non ci sei più.
Perché tu saresti stato lì e se dopo la morte umana esiste qualcosa, una qualunque cosa, fosse un’idea, una folata di vento o il pulviscolo che si vede solo controluce, il tuo qualcosa sarebbe stato lì quel giorno.
Tu ti sei fermato a 54 anni, ma noi dobbiamo andare avanti e senza di te è dura.
Un giorno per volta. Una botta alla volta.
Tua sorella sempre.
c.
🙂
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Davvero un bel modo di tenere viva una presenza che pur affievolendosi non scomparirà dalla vostra vita.
Il menu, in un ordine un po’ curioso, e la campagna sembrano entrambi allettanti.
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grazie
il menù in verità è l’insieme delle cose ordinate da tutti, abbiamo mangiato alla carta. tanti antipasti, figli non rinunciano ai tortellini, poi fiorentina
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