Milano

Oltre venti anni fa, avevo iniziato a lavorare da poco, andai a Milano per un incontro. Non erano gli anni in cui potevi fare conference-call dal tuo soggiorno o condividere file di grandi dimensioni in pochi secondi e difatti portai con me un computer pesante come un macigno e con la potenza di calcolo di una calcolatrice.

Andai in treno. C’era il sole, ma più mi avvicinavo a destinazione e più il cielo diventava grigio, la luce sbiadita, l’aria pesante. Complice questo, il fatto che l’incontro di lavoro fu faticoso e poco fruttifero, liquidai l’esperienza come negativa e, dall’alto della saggezza dei miei pochi anni, misi mentalmente una croce su Milano.

Ho cambiato lavoro, ho fatto altre esperienze e sono passati tanti anni. Sono cresciuta, invecchiata, ho percorso tante strade.

E sono tornata a Milano.

Ci sono ritornata per andare a una convention di tatuaggi e per mangiare al ristorante vietnamita. Poi di nuovo per passarci un sabato di shopping e divertimento per il mio compleanno. Poi per la mostra di Picasso a due passi da Piazza del Duono. Poi con figlio e amici per la mostra di Harry Potter. Poi per tornare al ristorante vietnamita.

La mia ultima volta a Milano è stata lo scorso novembre. Sono andata a ritirare una roba appena fuori città e poi metro fino a piazza Duomo, giro all’enorme libreria, da Lush, apertivo e così via. Ancora non c’erano le luci natalizie ma un’amica è stata lì a dicembre e mi ha mostrato foto splendide.

Ora adoro andare a Milano. Con un’amica ho condiviso, letteralmente, “Milano è splendida, dovremmo andarci più spesso, in fin dei conti con il treno è un attimo” e adesso non vedo l’ora di tornarci.

Ho di questi pensieri nelle lunghe ore che passo da sola a casa, dopo aver terminato il mio lavoro in modalità smart, mentre carico la lavatrice o dopo aver fatto l’aperitivo via Skype dalla mia cucina.

Penso di tornare alla normalità, la mia normalità, che era fatta anche di tante cose davvero speciali, come un sabato a Milano, un giro in centro, uno spettacolo a teatro, un ristorante etnico, il cinema ogni settimana, fare l’aperitivo facendo davvero toccare i bicchieri, abbracciare chi amo.

Ma penso anche che nulla sarà più come prima.

3 commenti Aggiungi il tuo

  1. novecentomilaepiu ha detto:

    mi fai venire in mente una vecchia canzone di Memo Remigi…”sapessi come è strano sentirsi innamorati a Milano…”

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    1. Kriss ha detto:

      non la conosco ma adesso la cerco 🙂

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