Pochi giorni fa raccontavo di essere reduce dai festeggiamenti del mio compleanno, ma ho dimenticato di dire che le celebrazioni sono andate avanti ancora un po’.
Ho fatto una cena con gli amici durante la quale ho regalato M&M’s personalizzate con la mia faccia.
Durante la quale, quando il fidanzato del mio amico mi ha definito, cito testualmente, “davvero gnocca“, ho minacciato di limonarlo in diretta, seduta stante.
Durante la quale mi sono fatta spiegare dall’amico viaggiatore e vagabondo come si fa a stare in viaggio 15 giorni con solo lo zaino; e tutte le cose che mi ha spiegato mi sono sembrate sensate e ragionevoli e la pazzia orientale si fa sempre più concreta.
Insomma, questa settimana di celebrazioni ha data una sferzata alla mia pazzia.
Giovedì sera, un artista tatuatore a cui ho chiesto di farmi una fenice sulla coscia, ha pensato bene di allargarsi e ora Fanny, la mia fenice nonché animale guida, occupa l’intera mia coscia e una fetta di culo. Dopo aver trascorso quasi 4 ore a farmi martellare Fanny prima di nero, poi ottanio, poi rosso, arancio e giallo, ero l’ombra di me stessa; sembrava mi avesse investito un treno, letteralmente.
Ma la pazzia non è terminata.
Perché tipo quattro mesi fa (o forse di più) avevo comprato 2 biglietti per il concerto milanese di James Bay, primo concerto un po’ serio post pandemia, ma caso vuole che l’amica che doveva venire con me non poteva più, sicché io ho, inizialmente, cercato di vendere i biglietti, seppur a malincuore. All’ultimo, però, ho deciso di andarci lo stesso e ho viaggiato da sola in auto, fino a Milano, e poi rientro nella notte.
Sembrava una pazzia (così dicevano le mie amiche) e in effetti a pensarci bene poteva esserlo, ma ne è valsa davvero la pena.

L’energia che ti scatena un concerto, la felicità che ti fa riscoprire e liberare nelle ore immediatamente successive sono miracolose.
Infine oggi ho attaccato alla parete della mia camera le Polaroid scattate alla cena di compleanno e ho aggiunto anche una foto bellissima di me e mio fratello in Andalucia nel 1999 e mi sono fatta il mio piantino,
Ci sta.
Ho 51 anni, vivo ogni giorno come fosse il primo e sono umana.

Oggi la Ducati di Pecco Bagnaia ha vinto il Motomondiale, italiano su moto italiana di nuovo dopo 50 anni, e sarebbe stata una dei quelle cose per cui io e mio fratello avremmo preparato un bel pranzo, un paio di bocce speciali, fatto gli scongiuri e saltato sul divano come pazzi. Sì, ho fatto il secondo piantino della giornata. Grazie Pecco. Grazie Ducati. Danny lo so che avresti davvero goduto in una giornata così e io non me la sento di festeggiare senza di te, perdonami, ci sono ambiti con cui ancora non riesco a fare pace.