Parliamo di educazione

Nelle ultime settimane mi sono ritrovata più volte a interrogarmi se un dato comportamento fosse educato o meno.

Chiedere a qualcuno se sta bene è educazione.

Chiedere a qualcuno come va la sua vita sessuale è maleducazione.

Suonare a qualcuno a mezzanotte è maleducazione.

Rispondere a chi lamenta che fai confusione a orari notturni è educazione.

Pretendere attenzione telefonica su una sciocchezza perché la selezione passante permette di arrivare al direttore è maleducazione. E arrogante.

Invitare qualcuno a cena è, oltre che educato, estremamente gentile: presentarsi con un mazzo di fiori per la cuoca è educazione.

Questi sono semplicissimi esempi di vita vissuta di questa ultima settimana, 5 giorni per la precisione. Ma ripenso all’educazione da diverso tempo.

Cedere il passo. Aprire la porta. Non telefonare dopo le 9 di sera. Rispondere ai messaggi. Non alzare la voce. Chiedere gentilmente chiarimenti. Ammettere di avere sbagliato e chiedere scusa.

Si fanno ancora queste cose?

Dire “buongiorno” se incontri qualcuno nell’androne delle scale, anche se non l’hai mai incontrato prima. Scambiare due parole con la vecchietta che ha voglia di chiacchierare, in fila fuori dal forno. Chiedere alla giornalaia come sta. Telefonare a una persona anziana solo per salutarla.

Solo le persone della mia età danno valore a queste cose? occorre avere vissuto tanto per apprezzare la gentilezza di un gesto semplice?

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