Quarantena giorno 5. E non fu più quarantena (ma andiamo con ordine)

Che mattina strana quella di oggi!!

Mi sono svegliata con il raschietto in gola, non so se conoscete la sensazione ma è quella di avere ingoiato carta vetrata del 12, e in una situazione diversa avrei semplicemente detto: “mannaggia ho dimenticato di rabboccare gli umidificatori!“. Nella situazione “sono in quarantena e francamente non capisco come sia accaduto” svegliarsi con il mal di gola ti fa alzare un sopracciglio e pensare: “e se fosse? meglio non pensarci!“.

Ho iniziato a lavorare (se lavoro non ci penso) in pigiama e vestaglia in pieno stile Lebowski, Drugo intendo, se non fosse che Drugo con ogni probabilità mai ha lavorato, mentre io mi ci sono messa alacremente e con il mio bel ossimetro da dito vicino per testarmi ogni ora.

Dopo circa un’ora mi sono detta che fosse il caso di chiamare l’ufficio salute pubblica, quello apposito del Covid, quello che lunedì mattina non sono riuscita a contattare perché la coda di attesa era troppo lunga. Per chiedere cosa?? booohhh, non saprei, per chiedere se il raschietto in gola era un sintomo, se fosse il caso fare un tampone, insomma capirci un po’ di più e l’esito è stato (reggetevi):

“Non era per lei la quarantena ma per un’omonima, ce ne siamo accorti e poco dopo abbiamo inviato la nota di termine quarantena. Non l’ha ricevuta?? ahhh, vedo che è stata inviata solo al suo medico, se mi dice la sua mail le mando il documento subito”

Sant’uomo che risponde al telefono alle pazze poste erroneamente in quarantena

Ecco. Credo di non dover aggiungere molto altro.

Ho scritto in ufficio; prima in modo formale inoltrando quel pezzo di carta che forse sta ancora viaggiando per l’etere verso la scrivania del mio medico e che il sant’uomo al telefono mi ha inviato in due minuti; poi ho messaggiato una roba tipo “mi faccio una doccia e arrivo“, che sembrava un po’ “smettetela di oziare, avete ancora qualche minuto prima che arrivi il capo!“; infine ho raccolto un po’ di calma, ho buttato la preoccupazione nel cesso, mi sono per davvero fatta una doccia e preparata e mi sono diretta spedita al lavoro (spedita si fa per dire, dato che c’erano -2 gradi e ho sbrinato l’auto per un quarto d’ora, ma ok).

Cosa ho imparato da tutto questo? che se sono costretta a stare in casa vado fuori di testa. Mesi di lockdown, durante i quali uscivo ogni 5 giorni per la spesa e giusto a buttare il pattume, non mi hanno fatto l’effetto dei 4 giorni di quarantena; ci aggiungi la paura di stare male, il dover stare lontano dai miei ragazzi, ed ecco servito il patatrac mentale.

L’effetto positivo è che ero contentissima di tornare in ufficio e in questo spirito, ammettiamolo, si lavora molto ma molto meglio!!

Questo è più o meno come sono entrata al lavoro oggi

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