Ogni giorno uguale al precedente

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Se escludo la botta-di-vita causatami dalla quarantena-per-errore, la mia vita si sta susseguendo in una serie di giorni tutti uguali. Cinque giorni di ufficio, due giorni di fine settimana. Durante i quali svolgo sempre le stesse identiche cose. In ufficio programmo, condivido, ordino, coordino, spiego, decido e, di tanto in tanto, prendo il caffè alla macchinetta. Nel weekend dormicchio, pulisco un po’ casa, mi faccio la maschera viso, leggo, cazzeggio online, cucino per per me e i ragazzi. Coccolo i gatti. Non vado da nessuna parte. Vedo le solite tre persone che gravitano intorno al lavoro o vecchie amicizie. Non allargo minimamente il giro. Penso. Continuamente. Al lavoro, alla vita, alle persone, alle occasioni, al futuro. Immagino dialoghi. Mi preparo risposte pungenti per i vicini molesti, che non venga loro in mente di dirmi qualcosa, qualunque cosa. Faccio mentalmente i conti delle spese che devo affrontare, dal condominio alla manutenzione dell’auto. Sogno di partire. Sprono mio figlio a studiare, dato che i suoi voti non sono esattamente da primo della classe (per usare un eufemismo). Pulisco le lettiere. Ordino cibo con consegna a domicilio che piace tanto ai miei figli. Guardo serie tv per l’ennesima volta mentre stiro felpe e magliette. Trovo nuove serie o finisco di vedere quelle uscite da un po’. Mi sto rassegnando. La verità è che sono rassegnata a stare sola in casa a fare queste semplice cose aspettando che le cose migliorino. Durante il lockdown di primavera mi ripetevo che dovevo considerarmi fortunata, perché in tanti avevano perso il lavoro mentre io dopotutto, nonostante la fatica, non ho avuto problemi e, soprattutto, nessuno dei miei cari si è ammalato. Ma era un palliativo. Sono d’accordo che ci sia chi sta peggio di me, ma questo non significa che io stia esattamente bene. E sono davvero stanca. Stanca di non poter andare al cinema. Stanca di non poter incontrare gente. Stanca di non poter stare seduta al ristorante a ridere, bere e mangiare fino a mezzanotte. Stanca di non scoprire un nuovo spettacolo teatrale. Stanca di non usare il rossetto. Stanca di non prendere un volo. Stanca di non poter andare in un museo. Rassegnata e stanca.

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