Ieri mattina ho appreso della morte di Chick Corea. L’avevo visto in concerto una volta sola, nel teatro comunale, in formazione con la sua Elektric Band; tra il pubblico c’erano tutti i musicisti bravi della città, davvero credo non mancasse nessuno, più me e mio fratello. Per anni ci siamo ripetuti che nell’intervallo, mentre eravamo fuori a fumare (ebbene sì, allora fumavo e fumare non era un reato), avremmo potuto fare affari d’oro acquistando ottimi strumenti dal pubblico musicista impressionato da così tanta bravura e creatività ma demoralizzato e deciso a mollare la musica.
L’Elektric Band ha poi cambiato formazione nel corso degli anni e i vari musicisti hanno a loro volta formato le loro band, inciso dischi e tenuto concerti; ne ho visti parecchi. Dave Weckl è stato quello che forse mi è piaciuto di più: ha tenuto un concerto per una rassegna il cui titolo evocava l’incontro di generi e stili differenti ed è stato fantastico. John Patitucci quello che mi è piaciuto di meno: ritardò inizio del concerto, che si teneva in una discoteca, e suonò scazzato, fu proprio antipatico.
Parlare di Corea ha fatto riaffiorare nella memoria concerti, episodi, aneddoti. Ad esempio quando a Parigi al Cimitero di Père-Lachaise tutti cercavano la tomba di Jim Morrison mentre io mi affannavo a trovare quella di Michel Petrucciani (sta a fianco a Chopin, se a qualcuno interessa); anche lui l’ho sentito in concerto, era in solo ed è stato magico. Oppure di quando Stanley Clarke, contrabbassista, non voleva assolutamente passare al basso elettrico e poi inventò lo slap: è andata davvero così. Peccato non aver mai visto Clarke, ma almeno ho visto Marcus Miller e quello è uno che sa fare lo slap davvero alla grande.
Ho passato anni ad andare ai concerti Fusion; costava il giusto, pubblico giusto, musicisti spettacolari. Poi sono stata anche a tanti altri concerti. Mi manca un sacco. Voglio andare di nuovo ai concerti. Il messaggio è esattamente questo: VOGLIO TORNARE AI CONCERTI!!!
Non mi sento vecchia 