Riuscire nelle cose è grandioso, porsi obiettivi ambiziosi pure; e per ottenere risultati importanti, impegno e sudore devono essere appropriati. è così che cerco di vivere, col piede sull’acceleratore, perseverando, spostando l’asticella un pochino più in alto. Mese dopo mese, anno dopo anno. I testi chiamano questo atteggiamento focalizzazione, il senso comune lo definisce voglia di farcela e il senso è sostanzialmente lo stesso.
Ma si crea un effetto collaterale dell’essere così. L’idea che si genera di te è quella di una persona che ce la fa, che non si dà per vinta, che affronta le situazioni di petto, a viso aperto, senza esitazioni perché tanto ci riesce sempre.
“Ma dai tanto tu ce la fai!“
“Ma tu sei in gamba e te la caverai alla grande!“
Dunque, ho una notizia per tutti coloro che credono esistano soggetti che “ce la fanno sempre“.
è una battaglia ogni volta. Ripeto. Ogni volta. E non è affatto scontato “farcela” ogni volta.
Essere arrivati, che ne so, a cinque, non significa che magicamente si arrivi a sei o a sette o a nove. Ogni strada ha le sue salite e i suoi punti bui. Ogni salita ha la sua parte scivolosa e la sua dose di sudore e fatica da spenderci. Non è affatto scontato. Neanche un po’.
E voglia buttare qua un altro consiglio gratis: per chi sta arrancando e faticando in un percorso, non importa se perché si tratta di una strada molto faticosa o perché sta passando una faticosa fase della sua vita, sentirsi trattare come colui che tanto ce la fa sempre, tanto se la cava, è davvero avvilente.
Si chiama empatia quella cosa che prova chi cerca di mettersi nei tuoi panni, anche solo per un attimo, anche solo per vicinanza e affetto, a vivere il tuo dolore, la tua difficoltà. Non vedere oltre il proprio naso? vedere esclusivamente le proprie difficoltà? Ciò che manca tanto in questi giorni è proprio l’empatia secondo me.
Non importa se credete che qualcuno sia invincibile: crollano pure gli eroi.