La prima volta che mi è successo avevo circa 12 anni ed ero andata a fare un giro in bicicletta nella prima periferia con la mia amica. In pieno giorno. Ci ha affiancato un tizio in auto e ci ha chiesto un’informazione e io, senza accorgermi di nulla, ho risposto che non eravamo del luogo. Il tizio è ripartito e la mia amica era mezza sconvolta.
La seconda volta ero sola. Avevo circa 20 anni e tornavo a casa dall’università in un tardo pomeriggio di inverno, stava piovigginando. Mi si avvicina un tizio in auto, abbassa il finestrino e mi chiede qualcosa. Non ricordo una parola, sono riuscita solo a scappare via il più lontano possibile e non l’ho mai raccontato a nessuno fino a questo momento.
Sono passati decenni ed ecco che mi accade di nuovo. Domenica mattina di agosto, quasi nessuno in giro, io sul ciglio della strada che mi dirigo a fare spesa con il mio fedele carrellino-della-nonna e un tizio abbastanza giovane col macchinone si accosta per chiedermi indicazioni. Rispondo, poi noto che si sta trastullando il pene, sicché abbandono la gentilezza e lo mando dove si conviene a un tizio del genere, ovvero a fare in culo. L’auto riparte velocemente ma io leggo e memorizzo la targa.
Ho fatto mente locale sul tizio, per ricordare viso, corporatura, espressione facciale, tipo di auto e avevo il piglio che trasuda “ti faccio vedere io mentecatto depravato” mentre me ne andavo di buon passo verso il supermercato. Ed ero incazzata. Incazzata nera. E agitata. Come non avrei voluto essere. E meditavo su come fare per non fare cadere l’episodio nel nulla.
Caso vuole che al supermercato c’erano alcuni poliziotti, in divisa, e li ho avvicinati. “Posso disturbarvi un secondo?“: ho raccontato loro cosa mi era successo; mi hanno detto che potevo fare denuncia presso Polizia o Carabinieri o Polizia Municipale, dove mi era più comodo, e nel frattempo loro avevano la targa.
Mentre tornavo a casa avevo un’espressione da far paura; con la targa stampata in testa scrutavo ogni auto grande e scura che incrociavo. A casa ho messaggiato amica con marito in Polizia per chiedere dove è meglio fare denuncia, perché volevo fosse efficace, volevo che qualcuno mollasse due schiaffoni, seppur simbolici, a ‘sto esibizionista malato. Nel giro di 20 minuti ho parlato con tre diversi rappresentanti delle Forze dell’Ordine e ho trovato molta solidarietà; addirittura uno mi ha fatto i complimenti per avere segnato la targa e nel giro di breve sono stati avviati i primi accertamenti. Giorno successivo ho fatto denuncia formale in Questura.
Il mio disagio è finito qua. Perché sono grande e vaccinata e non mi rovino la giornata o la settimana per un coglione incontrato per caso; perché l’ho già preso abbastanza per i fondelli dicendo a tutti che aveva il pene piccolo; perché se trovo quella macchina in giro la rigo o spacco un vetro (io non porto rancore).
Ma quando mi è successo a 20 anni ci sono rimasta malissimo e per settimane mi sono rimproverata su cosa avrei dovuto dire o fare, quando in verità non potevo fare assolutamente nulla di più che scappare via. Non ci avevo più pensato, fintanto che non è capitato di nuovo, e mi sono ricordata come mi ero sentita allora.
Beh… in giro ce ne sono altre di ragazze di 20 anni e anche di 17 o di 12 e ce ne saranno pure di ingenue e tranquille come ero io. Ma la cosa che ora c’è, e nei miei 20 anni era un’utopia, è la possibilità di filmare, fotografare e documentare ogni cosa con un semplice cellulare. Stamattina ho preso nota della targa usando un’app e in automatico ho registrato anche l’ora di quando è accaduto il fattaccio; avessi avuto il cellulare in mano quando l’auto si è fermata, avrei potuto fare una foto e documentare che avevo incontrato un molestatore.
Perché racconto tutto questo? perché se avete figlie o sorelle o anche semplici vicine di casa, dovete dire loro di stare super attente quando vanno in giro. Se un’auto si ferma, è un molestatore; nessuno più chiede indicazioni stradali, la gente normale usa google-maps o un navigatore. Tutta la pratica che avete fatto nel farvi selfie e girare i video, usatela anche per documentare gli episodi che vi accadono; girate con il cellulare sempre pronto e non abbiate paura di filmare. Se il molestatore scende dall’auto la sua posizione penale si aggrava, e lo sanno, quindi lo schema è fare il loro show e poi scappare.
Inoltre non sottovalutate la capacità di ricordare la targa di un’auto, anzi siate pronti a memorizzare due lettere, tre numeri e altre due lettere.
Se vi capita che qualcuno vi molesti per strada o in un luogo pubblico chiamate immediatamente il 112 e riferite dove vi trovate: me lo hanno spiegato al telefono gli agenti delle Forze dell’Ordine e me l’ha confermato l’agente che ha raccolto la mia denuncia.
Se vi capita qualcosa del genere, denunciate e riferite più elementi possibile. Non abbiate paura che le Forze dell’Ordine vi snobbino, dedicate un’ora della vostra esistenza a fare denuncia e non abbiate paura di dire cosa avete subito: arrabbiatevi!
Poi ci sarebbe da discutere sul perché un presunto essere umano avvicina una donna per strada per mostrarle il pene, discorso che toccherebbe varie discipline tra cui la psichiatria, ma non sono molto tollerante su episodi di molestia e, sebbene mi reputi una persona compassionevole, non provo un minimo di compassione per chi fa robe del genere.
Mi dispiace tanto, e provo tanta rabbia, per quello che ti è successo.
Grazie, comunque, per le dritte e per il messaggio di questo post.
Buona domenica!
"Mi piace"Piace a 1 persona
grazie mille, io sono a postissimo ma fa davvero arrabbiare esistano soggetti del genere
"Mi piace"Piace a 1 persona
Da uomo ti posso dire che mi fanno schifo.
Da padre di una bambina di 4 anni, ho paura…
"Mi piace"Piace a 1 persona
e ti capisco! io ho proprio pensato alle figlie delle mie amiche, alle amiche dei miei figli e davvero sono schifata
"Mi piace"Piace a 1 persona
Mi dispiace per questo brutto incontro. A me é capitato 3 volte, che io ricordi. Una volta ero a piedi da sola per strada e sono fuggita. Un’altra volta ero al parco con una amica che non si é accorta di nulla. Un’altra volta, invece, ero in treno con delle amiche, avremo avuto 15-16 anni. Il molestatore faceva le sue porcate, ben visibile nella fessura tra i due sedili di fronte. Sia io che la mia amica seduta accanto a me l’abbiamo visto ed entrambe siamo state zitte, cercando di ignorarlo, quasi vergognandoci. Poi di colpo mi sono girata e le ho detto “ma hai visto anche tu ‘sto coglione pervertito?”. A quel punto abbiamo iniziato a deriderlo e compatirlo a voce alta, smerdandolo davanti a mezzo treno, e alla seguente fermata é sceso. Se tornassi indietro chiamerei il 112.
"Mi piace"Piace a 1 persona
mi dispiace, ae ti ricapita 112 subito
"Mi piace""Mi piace"